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ALL’UNIVERSITA’ DI FIRENZE TRE LEZIONI SULLE MALATTIE EMORRAGICHE

Come proposto dal Prof. Christian Carulli, ortopedico dell’Università di Firenze/AOU Careggi, al Comitato muscoloscheletrico dell’AICE di recente rinnovo, esiste un’esigenza di “ripartire” dalla creazione di percorsi didattici all’interno delle Università italiane per far conoscere le malattie emorragiche agli Studenti di Corsi di Laurea in ambito sanitario, in modo che i futuri professionisti possano crescere con una visione moderna, di scienza e coscienza, attuale e non limitata e non aggiornata.
A differenza del passato, le sindromi emorragiche hanno cambiato fortunatamente “faccia”, diventando patologie curabili o limitabili e non più associate a eventi infausti o gravemente patologici, immagini a cui chi ha studiato decenni fa è stato rapidamente e sommariamente abituato.
In questo senso, presso l’Università di Firenze, nei Corsi di Laurea di Medicina e Chirurgia, di Infermieristica e di Fisioterapia, il Prof. Carulli ha ideato delle giornate didattiche sulla gestione multidisciplinare delle sindromi emorragiche e delle loro complicanze, studiate inizialmente per essere erogate in presenza, ma efficacemente trasformate in telematica interattiva per via delle ovvie limitazioni legate alla pandemia.
I 3 eventi, tutti di 6 ore e svolti nelle giornate del 11, 25 e 30 giugno 2021, con test di ingresso, di uscita e questionario di gradimento, hanno coinvolto via via tutte le figure (ortopedici, ematologi, fisiatri, infermieri, fisioterapisti, rappresentanti delle Associazioni) coinvolte maggiormente per queste condizioni, con importanti e positivi feedback da parte dei numerosi Studenti (in totale 255), che hanno partecipato attivamente alle discussioni.
I Docenti che gentilmente hanno aderito alle attività sono particolarmente dedicati alla gestione delle malattie emorragiche da decenni e alcuni appartengono all’AICE (in particolare, al Comitato Muscoloscheletrico): oltre a Christian Carulli, Gianluigi Pasta, Dario Di Minno, Giancarlo Castaman, Silvia Linari, Lisa Pieri, Daniela Melchiorre, Pietro Pasquetti, Maria Virginia Puliga, Elena Boccalandro, Clarissa Bruno, Francesco Cucuzza, Elisabetta Nardini.

Il risultato, ad ora considerabile più che brillante e qualificante (come si evince dai questionari di gradimento), si spera possa avere vari risvolti:
1) la diffusione di questa modalità didattica su questo argomento, dato che le malattie emorragiche in quanto rare, spesso vengono “saltate” dai normali canali didattici in tutti i Corsi di Laurea di professione sanitaria di tutte le Università nazionali
2) la partecipazione di tutte le personalità sanitarie e sociali coinvolte, indipendentemente dalle sedi di organizzazione degli eventi
3) la sensibilizzazione dei futuri laureati a queste problematiche, con una maggior preparazione sull’argomento al fine di incrementare in futuro il personale dedicato a queste patologie, limitando gli effetti negativi dell’inevitabile ricambio generazionale
4) una “ lezione“ differente dalla classica accademica frontale.

Prof. Carulli, quale ideatore dell’iniziativa, cosa significa lezione “differente” dalla classica lezione accademica frontale?
“Nel nostro paese, nei Corsi di Laurea in ambito sanitario, come Medicina e Chirurgia, Fisioterapia ed Infermieristica, sono previste lezioni frontali (quelle tipiche con il Docente che parla agli Studenti), attività pratiche in ambito clinico (tirocinio professionalizzante) e delle sedute didattiche a scelta degli Studenti, chiamate Attività Didattiche Elettive (ADE). Attraverso le lezioni frontali, i Docenti affrontano e trattano la gran parte degli argomenti, ma non tutti.
Con le ADE, che sono dei minicorsi o eventi in una mezza giornata, i Docenti possono offrire la possibilità agli Studenti di approfondire meglio alcuni argomenti o affrontare tematiche e patologie che non sono state trattate negli altri momenti.
Ho pensato appunto di proporre una ADE multidisciplinare a più voci e su base “nazionale” proprio perché nell’ambito delle MEC i professionisti sono rappresentati in varie sedi italiane, sfruttando in questa fase della vita la via telematica ed offrendo un confronto “senza limiti orari” perche’ svincolato dalle fasce orarie che vanno rispettate tassativamente invece nelle lezioni frontali.
Tutti i Docenti universitari possono proporre annualmente tali attività, in qualsiasi sede”.

Come pensa di coinvolgere in futuro gli Studenti risolte le criticità pandemiche?
“Semplicemente, riproponendo “in presenza” l’ADE, potendo sfruttare sia il contatto diretto tra Docenti e Studenti che la possibilità di rendere “pratica” questa attività. Come proposto ai Colleghi del Comitato Muscoloscheletrico di AICE più di un anno fa, dato che è un’attività senza costi e di facile organizzazione, vorrei che tutti i Docenti universitari dell’Associazione potessero proporlo nei loro atenei: mi auguro quindi che si possa diffondere questa modalità didattica che, come dimostrato a Firenze, produce grande interesse ed adesione”.

Tra i rappresentanti delle associazioni dei pazienti c’é stata la partecipazione di Franceasco Cucuzza presidente della Associazione
“Sono stato coinvolto da Prof. Carulli per questa iniziativa, che ho trovato interessante, formativa ed innovativa.
Suscitare l’interesse nei futuri professionisti del settore medico è una delle sfide più grosse che il mondo delle MEC deve affrontare.
Devo dire che la partecipazione è l’interesse dei ragazzi, non solo per la parte clinica ma anche nella parte sociale è andata oltre mie più rosee aspettative.
Personalmente, ritengo che queste giornate non debbano essere un unicum a livello nazionale ma debbano rappresentare un modello da seguire ed estendere in altre realtà accademiche”.

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